giovedì 2 agosto 2012

CarpFishing


Il carpfishing è una specifica tecnica di pesca sportiva volta alla cattura della carpa e di altri grossiciprinidi con le stesse abitudini alimentari. La sua nascita si fa risalire al 1978 in Inghilterra: in quell'anno Kevin Maddocks e Lennie Middleton misero a punto, dopo ripetute osservazioni in acquario, una tecnica di innesco che lasciava completamente libero l'amo. L'esca veniva infatti collegata ad esso grazie ad un "capello" (inteso come filo o filamento molto sottile) detto per questohair rig. In questo modo, lasciando l'amo scoperto, era possibile favorire l'aggancio dello stesso nella bocca del pesce. La carpa infatti si alimenta aspirando e espellendo il cibo e non mordendolo come tipicamente fanno altre specie di pesci dotati di dentatura.
Il carpfishing si pone come obiettivo la cattura di grossi esemplari di carpa; dopo la cattura però, gli stessi, vengono sistematicamente rilasciati non prima di aver fatto una foto ricordo. Probabilmente, è stata la prima tecnica del movimento, tuttora in forte espansione, detto catch and release o No-kill.
Per favorire una selezione nei confronti di pesci di piccola taglia o di altre specie, si è sviluppata un'esca che caratterizza la tecnica del carpfishing: la boilie. Un aspetto fondamentale della disciplina del carpfishing è l'assoluto rispetto del pescato e anche dell'ambiente che circonda il pescatore. Il pesce infatti viene trattato con ogni cura e per la foto ricordo, viene adagiato su di un apposito materassino di slamatura, che impedisce alla carpa di ferirsi e di perdere il muco che ne ricopre il corpo e a volte i carpisti trattano le ferite arrecate al ciprinide con sostanze disinfettanti e cicatrizzanti. I carpisti spesso campeggiano vicino alle piazzole in cui praticano lo sport e come regola di vita osservano il più radicale rispetto della natura che si può sintetizzare in: utilizzo di tende e attrezzature di colore mimetico (o verde scuro o marrone) per essere meglio adattabili cromaticamente all'ambiente, evitare grida e schiamazzi inutili, non lasciare rifiuti di nessun genere. Anche i terminali sui quali si collega l'esca, vengono costruiti in modo da arrecare il minor danno possibile: allamando la carpa nel labbro inferiore cartilagineo e quindi di più facile e rapida rimarginazione.

venerdì 27 luglio 2012


l'Aspio

Descrizione :L'Aspio ha una certa somiglianza col Cavedano. Come si puo' notare dalla figura ha un corpo slanciato, affusolato e compresso lateralmente. Ha una bocca grande che si apre verso l'alto con la mascella inferiore che sporge rispetto a quella superiore. Puo' raggiungere la lunghezza massima di 130 cm. ed un peso massimo di 13 kg. Nella media, la lunghezza ed il peso delle prede catturate, variano tra i 50-60 cm e 1-2 kg. E' un predatore estremamente vorace, di solito vive vicino alla superficie e si sposta verso il fondo col diminuire delle temperature. Non si hanno molte notizie a suo riguardo in quanto e' l'ultimo arrivato "certo" dei pesci "esotici" immessi nelle nostre acque. E' stata segnalata la sua presenza, catture comprese, lungo il corso del Po, affluenti compresi, dal mare sino a Piacenza.
Artificiali : cucchiaini rotanti tra il n°0-n°2 ( tra 2-6 gr. ) e piccoli minnow ( rapala ) tra 5-7 cm. sia galleggianti che affondanti.
Azione di pesca : Preferisce i fondi ghiaiosi poco profondi e correnti. Sembra prediligere le zone vicino ai massi e tutti i manufatti quali prismate, dighe, piloni etc. Chi ha avuto la fortuna di catturarlo, mentre insidiava cavedani, racconta di attacchi e difesa estremamente decisi. Per niente pauroso ed estremamente caparbio nel senso che se manca il primo attacco pur avendoci visti, "ritenta sino ad essere fortunato" ;-)). Gli artificiali possono essere recuperati in modo regolare che discontinuo sia in velocita' che in direzione. Non sta troppo a guardare, quello che gli passa nelle vicinanze viene attaccato.

martedì 26 giugno 2012

Il Pesce Gatto


PESCE GATTOFamiglia: Ictaluridae Nome comune: pesce gattoNone scientifico: Ictalurus melas  (Rafinesque, 1820)Famiglia: IctaluridaeOrdine: SiluriformesOrigini: specie alloctona originaria dell’America settentrionale Descrizione:Corpo nudo, privo di squame, tozzo e con profilo del dorso arcuato. La testa è grande ed appiattita, con bocca mediana ampia provvista di 4 paia di barbigli. La livrea è verde oliva sui fianchi, più scura sul dorso e di un bel giallo oro sul ventre. Le pinne sono scure con tonalità rossastre. La dorsale e quelle pettorali sono caratterizzate per avere il primo raggio (spinoso) acuminato. Presente anche una pinna adiposa, come nei salmonidi.  La pinna caudale ha il margine posteriore poco inciso. Le taglie massime sono di circa 40 cm di lunghezza totale e di 1,5 kg di peso corporeo, per altro difficilmente raggiungibili nelle nostre acque interne. Comportamento:Il pesce gatto è specie tipica di acque stagnanti o a lento decorso, con fondali molli, fangosi. Si adatta bene anche a condizioni estreme, in acque calde e povere di ossigeno. Per tali motivi, oltre che per la sapidità delle sue carni, viene allevato in stagni di pescicoltura estensiva. La specie è gregaria e con attitudini crepuscolari. Il pesce gatto è un attivo predatore che si nutre sia di invertebrati acquatici, di crostacei e di molluschi che di uova e di avannotti di altre specie ittiche. La riproduzione è tardo primaverile, con temperature dell’acqua superiori a  20°C . La deposizione delle uova avviene in buche scavate dalla femmina. Le uova sono gelatinose e schiudono in pochi giorni, dopodichè le cure parentali sono a carico del maschio, che accompagna amorevolmente la classica nuvoletta nera di avannotti per alcuni giorni.




Catture Di Domenica 24





giovedì 21 giugno 2012

Pesca Sul Garda


Lago di Garda, anche detto Benaco, tocca le terre di Lombardia a ovest, Trentino-Alto Adige a nord, e Veneto a est.
È il più grande lago d’Italia con una superficie di circa 370 chilometri quadrati e una profondità massima di 350 metri.
Il lago di Garda si trova a 65 metri di quota ed ha una forma allungata di 51 chilometri da nord a sud.
La parte settentrionale è stretta e si interseca tra i monti, tra l’imponente massiccio del Baldo, mentre quella meridionale si allarga fino ad arrivare a 18 chilometri verso la Pianura Padana.
Nella parte bresciana il lago si allunga in una sottile penisola: Sirmione un posto bellissimo con intorno le famose colline dell’anfiteatro morenico.Troviamo anche alcune isolette, tra tutte la maggiore è l’isola di Garda.
Il lago di Garda ha un unico importante immissario è il fiume Sarca (altra zona per pescare guarda il nostro itinerario), che entra tra Torbole e Riva del Garda. L’emissario esce a Peschiera del Garda, con il nome di Mincio (guarda l’itinerario), un pescoso fiume che poi continua il suo corso fino a Mantova. Qui forma i tre laghi di Mantova e poi si getta nel Po.
Questo Lago ha rive quasi sempre alte, con vari golfi, a Desenzano, a Garda e a Salò, e varie penisole.
Il lago di Garda influisce notevole sul clima del territorio circostante, consentendo lo sviluppo di una rigogliosa vegetazione mediterranea, con palme, oleandri, aranci, limoni, olivi.
Molto importante è la viticoltura e l’ olivicoltura. Molto fiorente e principale risorsa economica è il turismo nazionale e internazionale.I romani molti secoli fa avevano già apprezzato e usufruito del lago, apprezzando la mitezza del clima e gli splendidi paesaggi del lago di Garda.
Uno dei più belli ed importatnti resti romani lo troviamo a Sirmione: la splendida villa di Catullo.

giovedì 14 giugno 2012

Trota Al Forno



ingredienti

  • 1 trota
  • olio
  • vino
  • sale
  • prezzemolo
  • aglio
  • pan grattato
  • patate
  • pomodorini pachino
Tempo di cottura: 30 minuti a seconda della grandezza della trota a 200 °C. Accendere sopra e sotto e ventilato se possibile.

Preparazione

  1. Adagiare la trota in una teglia con le patate tagliate a fettine ed i pomodorini pachini tagliati in due.
  2. Preparare in un contenitore il pan grattato, l’aglio tagliato a fettine finissime e il prezzemolo, e mescolare tutto con l’olio. Fare una poltiglia abbastanza solida e metterla nella pancia della trota, chiudere con stuzzicadenti la pancia del pesce.
  3. Salare ed oliare la trota in superficie e aggiungere del vino.
  4. Oliare la trota e le patate ed informare.
  5. Tenere la teglia nel forno in posizione bassa fino a metà cottura, poi alzarla per far cuocere la parte superiore.

domenica 10 giugno 2012

Giornata Di Pesca Organizzata Da F.I.P.S.A.S.

Sabato 23 giugno & Domenica 24 giugno ( 2012 ) F.I.P.S.A.S. ( Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee ) Ha organizzato una giornata di pesca sul grande fiume ( Po ). La giornata comincerà con una notturna presso il Sabbione di Po ( Vicino a Isola Serafini ) con la pesca al siluro, la giornata della domenica proseguirà con una giornata in barca. Non occorre portare con sé il materiale, Servirà tutto F.I.P.S.A.S. vi aspettiamo numerosi. ( Da Consigliare Anche Ai Più Giovani ).

lunedì 4 giugno 2012

Qualche Mia Cattura...

Piccolo Pescegatto Di circa 25 cm

Piccolo Siluro di 30 cm

Grosso Barbi Di Circa 4 kg

Barbi Di Circa 3.5 kg

sabato 2 giugno 2012

Cucchiaini


Il cucchiaino – detto anche rotante – è la più classica delle esche artificiali. È un’esca per praticare lo spinning, ossia una tecnica di pesca fatta di lanci e recuperi continui.
Esistono moltissimi modelli di cucchiaino, che si differenziano per forme, colori, dimensioni e peso.
Questa miriade di cucchiaini potrebbe mettervi in confusione, ma noi vi aiuteremo a scegliere quello migliore per il vostro tipo di pesca.
La cosa più importante del cucchiaino non è il colore ma la sua caratteristica meccanica di movimento. Come dicono i grandi pescatori devi riuscire a sentirlo in acqua…
Non è facile pescare con il cucchiaino, specialmente se peschiamo in fiumi con fondi sassosi o in laghi in cui si rischia sempre l’incaglio. Consigliamo poi un recupero disarmonico rispetto al classico recupero lineare: il pesce, infatti, è maggiormente attratto da frenate e accelerazioni, e da cambi di direzione dell’artificiale.

venerdì 1 giugno 2012

La Carpa

LA CARPA E' UNO DEI PESCI A PIU' LARGA DIFFUSIONE NEL NOSTRO PAESE ED E' ANCHE UNO DI QUELLI CHE RAGGIUNGE LE DIMENSIONI MAGGIORI.
Normalmente questo ciprinide raggiunge i 50 cm, ma esemplari di oltre un metro di lunghezza ed oltre i 25 kg di peso non sono una rarità. Questi pesci enormi, di solito, sono femmine, perchè i maschi rimangono di dimensioni più contenute. oltre a essere uno dei pesci più grandi, è anche uno di quelli più longevi: infatti, la carpa può raggiungere e, e forse, superare i 30 anni di età.
Si conoscono diversi tipi di carpa, tutti discendenti dalla specie selvatica (Cyprinus carpio)
attraverso incroci e selezioni avvenuti in più di mille anni di storia. dunque, oltre alla carpa regina o comune, distinguiamo la carpa a specchi, che presenta delle grosse scaglie che ricoprono parte del corpo, la carpa Cuoio, molto simile per forma e colori alla precedente, ma che ha la pelle nuda e la carpa Koi, una carpa multicolore molto ricercata nei paesi orientali come pesce ornamentale.

giovedì 31 maggio 2012

Ami Tubertini

Amo senza ardiglione, di colore nichelato, con curvatura molto ampia e punta dritta.
Ideale per la pesca a grossi pesci sia in acqua dolce che in mare.

martedì 29 maggio 2012

Tubertini Kobe 32


Panchetto che unisce leggerezza ed affidabilità alla stabilità, garantita dalle gambe telescopiche di diametro 32 mm dotate di speciali piedi snodati anti-affondamento “Spider Foot” dall'esclusivo disegno, che lo rendono estremamente saldo anche sui pendii più scoscesi, evitando di scivolare verso il basso. La leggera struttura, completamente in alluminio, può essere regolata in altezza per variare la distanza tra pedana e seduta, adattando il paniere alle diverse esigenze dei pescatori. Il Kobe 32 è disponibile in due versioni: quella di base composta dal panchetto, dal piattino laterale (riponibile a scomparsa sotto la seduta), dall' appoggia canna laterale e dal cuscino imbottito Seat Box Cushion MK dotato di vano porta lenze completo degli avvolgi lenza; mentre la versione Full comprende anche un modulo a due cassetti frontali MK, la valigetta h80 con coperchio, la barra frontale Regular Bar MK, una pedana laterale Side Tray One MK (63x40 cm), il porta nassa Keepnet MK, il porta ombrellone Brolly Arm MK corto e un attacco Cross Arm a L corto.

KOBE 32 BASE:                                                             
• paniere base
• piattino laterale
• appoggia canna laterale
• cuscino imbottito Seat Box Cushion MK
• avvolgi lenza
• piedi Spider Foot

KOBE 32 FULL:
• Kobe 32 base
• modulo due cassetti frontali MK
• valigetta h80 con coperchio
• barra frontale Regular Bar MK
• pedana laterale Side Tray One MK (63x40 cm)
• porta nassa Keepnet MK
• porta ombrellone Brolly Arm MK corto
• attacco Cross Arm a L corto

Goliath Feeder


La Goliath è una canna da feeder che fa della potenza la sua caratteristica più importante. Costruita interamente in carbonio ad altissima tenacità è in grado di gestire grossi pasturatori e sviluppare grande potenza in fase di lancio. è una canna 2x Multi-Tip Equipped, dotata cioè di due cime in Solid Carbon da 5 e 6 once. Le finiture sono di pregio, l’impugnatura in EVA con inserto in Carbon Woven e le sezioni con finitura matt black.

Misura: Dai 3,90 m Ai 4,20 m (metri)
Peso: 150 g (grammi)
Sezioni: 3+2
Ingombro: 145 cm (centimetri)
Potenza: Max 200 g (grammi)

Il Cavedano





Descrizione - Corpo robusto, fusiforme e slanciato, appena compresso, con margine dorsale più o meno arcuato. Testa larga, grande e appuntita, con muso corto più o meno convesso. La bocca è grande, ha labbra spesse ed è priva di barbigli. Il diametro dell'occhio è minore della lunghezza del muso. Il corpo è coperto da squame grandi e regolari. La pinna dorsale ha margine dritto o appena convesso. La pinna anale ha margine dritto o leggermente convesso. La pinna caudale è falcata e robusta, il margine ha un’evidente incisura e apici dei lobi acuti. La livrea è variabile, a seconda degli ambienti può assumere tinte diverse in rapporto alla natura del fondo, alla limpidezza dell'acqua, all'esposizione al sole, risultando spesso estremamente scura o estremamente chiara. Il colore del corpo può essere grigiastro, grigio bluastro, grigio verdastro, bruno, bruno verdastro o bruno grigiastro con riflessi metallici, gradualmente più chiaro sui fianchi e bianco sul ventre. Il margine delle squame presenta una punteggiatura nera che forma una specie di reticolato. Le pinne sono di colore grigio scuro, con la parte posteriore più marcata. Il cavedano è un pesce di taglia media, lunghezza totale massima di circa 80 cm (media 30-50 cm), con un peso di circa 6-7 kg (medio 300-1200 g). Gli individui di lago raggiungono le taglie maggiori; quelli di fiume sono spesso più piccoli, probabilmente a causa della minore abbondanza di cibo.


Habitat - La specie è praticamente ubiquitaria, si potrebbe dire che il cavedano è dovunque. Infatti, esclusi i torrenti di montagna e certi bacini ad altitudini rilevanti, è presente in tutte le altre acque. Vive nei fiumi a corrente non troppo rapida e nei laghi. Tra i Ciprinidi è quello che sembra risentire meno dell'inquinamento. Tollera anche acque lievemente salmastre. Talvolta è presente anche in ambiente da Salmonidi, nelle parti più basse dei torrenti, in stretto contatto con essi. Preferisce le acque dei fiumi di pianura e dei laghi, ma si adatta anche ai canali, agli stagni e a molti bacini chiusi.


Alimentazione e abitudini - Il cavedano ha come habitat d'elezione il tratto medio dei corsi d'acqua di maggiori dimensioni, dove si trova associato ad altri Ciprinidi, in particolare il barbo e la lasca. Vive di solito in acque correnti e limpide, ma frequenta anche quelle salmastre e quelle stagnanti. Il cavedano è gregario, ma tale tendenza va si riduce con l'età. I giovani formano branchi di decine di soggetti, mentre gli individui adulti sono generalmente solitari. Alle nostre latitudini, dall'inizio dei primi freddi fino a primavera, i cavedani si tengono sul fondo e sono attivi nelle ore centrali della giornata, dalle 11 del mattino fino alle 15 del pomeriggio. La specie è onnivora, opportunista alimentare non specializzata. il cavedano si ciba di invertebrati acquatici, pesci e loro uova, vegetali, insetti alati, piccoli anfibi come giovani rane, girinini e tritoni, materiali organici di ogni tipo. I giovani si nutrono di organismi planctonici, alghe filamentose, crostacei, di insetti e loro larve, di molluschi, girini e semi.


Riproduzione - il cavedano raggiunge la maturità sessuale a circa 2-4 anni d'età, con tendenza dei maschi a maturare prima delle femmine. La frega ha luogo da aprile a luglio, in funzione del regime termico dell'habitat. La deposizione delle uova avviene di solito durante la notte, su fondali ghiaiosi e in acque basse. Le uova sono adesive, hanno un diametro di 1,5-2 mm, sono deposte sulla vegetazione vicino alla riva, ma anche su ghiaia, sabbia e pietre. Le femmine possono deporre sino a 50.000 uova per chilogrammo di peso. Le uova impiegano circa 10-12 giorni prima di schiudere. Gli avannotti misurano alla schiusa circa 4 mm. Se la natura e le opere dell'uomo non riducessero in modo impressionante il numero delle uova e degli avannotti, il cavedano sarebbe ancora più diffuso in tutte le acque. Sono conosciuti ibridi di cavedano con il vairone, l'alborella, l'alborella appenninica e la rovella. 


Distribuzione - In Italia la specie è autoctona. Occupa tutta la parte settentrionale e peninsulare, è una delle specie più diffuse ed abbondanti, è comune in tutte le regioni.

domenica 27 maggio 2012

Il Luccio


Nel nostro paese la pesca del Luccio vanta una tradizione centenaria. Apprezzato come specie sportiva e molto gradito in cucina.
Il Luccio soffre attualmente di una rarefazione preoccupante in molte acque che un tempo lo vedevano abbondante. Colpa di inquinamenti, bracconaggio, captazioni idriche, distruzione degli areali di frega. in quegli ambienti dove resiste ancora, grazie anche alle misure restrittive attuate sulla sua pesca o ad opere importanti di ripopolamento, il Luccio sa ancora dare filo da torcere agli appassionati che oggi lo pescano con le tecniche più sportive, Spinning e Mosca fra tutte.tenace, caparbio ma anche lunatico, sensibile ai cambiamenti di pressione e meteo, il Luccio può passare i 20 chilogrammi e il metro e venti di lunghezza. Qualche Luccio di questa taglia è ancora presente nei grandi laghi naturali del nord italia o in quelli artificiali del centro ma, in generale, oggi in italia si può dire grosso un Luccio che ha raggiunto i 5-6 chilogrammi di peso. Per raggiungere questa taglia esso impiega diversi anni e si può capire quale terribile selezione esso deve subire prima di arrivare a questo peso. Dal punto di vista numerico il luccio è assai meno numeroso rispetto ad altri predatori come il persico reale o il Black-Bass. All'aumentare della taglia esso abbisogna di un territorio sempre più ampio e, se ci sono i Lucci più piccoli nei dintorni, essi vengono scacciati o addirittura mangiati: non sono rari casi di cannibalismo in cui Lucci di taglia quasi simile si sono attaccati e poi entrambi sono morti per soffocamento di entrambi i soggetti.

sabato 26 maggio 2012

Pesca Allo Storione




Ma proprio per il fatto che è molto costoso, in molti laghi vige la legge che gli esemplari vanno rilasciati immediatamente.

La lenza per pescare lo Storione è quanto mai di più facile: piombo da venti a trenta grammi, girella e finale con dello 0,30 lungo trenta cm. e amo dell’1 se si innesca il pasterello o del 4-5 se si innescano vermi di terra a ciuffo.Chi pesca col pasterello il più delle volte non mette neanche il piombo, ma vista la mangiata diffidente dello Storione, avere la lenza ben tesa è sicuramente meglio, soprattutto se la giornata è ventosa. Si può anche inserire sul filo del mulinello prima o dopo il piombo un tubetto di silicone, per evitare ingarbugliamenti in fase di lancio, tecnica tipica usata nel carpfishing.Come canne si possono usare attrezzi simili a quelli per il carpfishing sui tre metri e sessanta tre metri e novanta e lo stesso vale per i mulinelli, caricati con un buon 0,35. 

Ma tutto il segreto di questa pesca sta nelle esche che si usano e soprattutto bisogna sapere che tipo di fondale abbiamo sotto di noi: in molti laghi il fondo è melmoso e non si può pescare col piombo a fondo perché l’esca scompare nella melma, allora si è costretti a pescare col galleggiante, piombo ad almeno sessanta cm. dall’amo e finale appoggiato sul fondo per 5 cm. 

Come Pescare Una Trota

Tecnica con il piombino:Si usa una canna sui 4 metri (3,90), il piombino può essere di varie misure in base alla stagione.
Nel periodo invernale si consiglia un piombino leggero (slim) medio lungo – sui 3 cm. – 2/3 grammi al massimo.
Nel periodo primaverile si consiglia il super slim, piombino piuttosto lungo (3,5 cm), in particolare quando le trote stazionano a galla (3/4 grammi). Esso presenta una maggiore distribuzione del peso e pertanto tende ad affondare di meno.

Pesca con il galleggiante:Il setale della lenza madre ha un diametro dello 0,18. La lenza viene elaborata con un piccolo galleggiante da 2/3,5 grammi.
Propongo due varianti tecniche:
1° Tarare il galleggiante con un torpille ed un paio di piombini. Una girella semplice congiunge un terminale di 25-30 cm. In questo caso il piombo consente di far giungere l’esca sul fondo con maggiore rapidità.
2° Tarare il galleggiante con 5-6 pallini distribuiti in una ventina di centimetri di lenza. Seguono la girella singola, un terminale ed un amo del numero 8. In questo caso si ha una lenza più morbida.
In entrambi i casi si può pescare sia sul fondo che a mezz’acqua, dipende dalla profondità in cui staziona il pesce.

Mulinelli Da Surf-Casting

Mulinello di nuova generazione nato per le tecniche di pesca come il Surf Casting, dove l’aspetto del lancio è dominante. L’elevato rapporto di recupero velocizza l’azione quando le distanze di pesca sono notevoli, il corpo ed il rotore sono costruiti in Metal Royal ottenendo così una scocca indeformabile, estremamente rigida e resistente alla corrosione, della salsedine, essendo completamente anodizzati. Provvisto di una bobina in metallo anch’essa anodizzata e di una in policarbonato per una maggiore versatilità d’uso.


Peso: 749 g. (grammi)
Cuscinetti a Sfera: n° 7
Potenza Frizione: 25lbs (libre) 12 kg (chilogrammi)
Rapporto di Recupero: 3.9:1
Capacità Bobina: Ø 0,20 - 280 m

Canne Da Spinning TUBERTINI

Serie di canne da spinning che impiega un’accurata miscela di carbonio a modulo elevatissimo e carbonio a modulo intermedio; l’utilizzo di questa miscela di carbonio ha permesso di ottenere canne molto leggere ma nello stesso tempo reattive e resistenti in tutte le misure e potenze disponibili. Molto curate ed accattivanti le finiture adottate come l’impugnatura in sughero naturale di prima scelta con inserto in Woven Spotlight, il portamulinello con anelli di diametro diverso ed inserto in agglomerato, blank finemente verniciato in semi-matt brown.


Potenza Di Lancio: Dai 5 g. Ai 60 g. (grammi)
Misura: Dai 2.10 m. Ai 3.00 m. (metri)
Ingombro: Dai 116 cm. Ai 156 cm. (centimetri)



Pesca Al Barbo

Il barbo è un pesce di media dimensione in genere dai 25 ai 30 cm ma può raggiungere una lunghezza di 50 cm e i 4 kg di peso, ha un corpo basso e massiccio con il dorso verde scuro coperto da una punteggiatura a forma di macchie nere, i fianchi sono di un color giallognolo mentre il ventre è bianco, ha una testa grande, che termina con una protuberanza carnosa con quattro barbigli sulla bocca che ha delle labbra carnose, i barbi si trovano in tutte le acque dolci della nostra penisola, tranne le isole, si trovano generalmente in acque limpide e ben ossigenate, nei laghi è facile trovarli a branchi nelle zone nei pressi dell'emissario.
Nella stagione tende a rimanere sul fondo in cerca di insetti e vermi.

Come Pescarlo

Il Barbo si può pescare tutto l'anno ma il periodo ideale va da metà primavera all'autunno, Come tecniche di pesca si può pescare sia a fondo con la lenza sempre tesa e una canna con la punta semirigida ferrando al minimo tocco, oppure si può pescare alla passata in acqua corrente usando lenze e ami robusti e una piombatura che al minimo tocco venga trascinata verso il basso, è un pesce che fa divertire il pescatore perché è tenace e combattivo. Le esche ideali sono larve di mosca, lombrichi, d'inverno si può usare dei pastoni contenenti del formaggio, dopo aver effettuato la pasturizazione.

Imparare La Pesca A Spinning


Cosa serve?

Ho già parlato in altre pagine di come scegliere l’attrezzatura, per cui vi invito a rivedere quelle pagine.
A grandi linee, per un’attrezzatura economica per uso medio (bass, trote, qualche luccio di piccola taglia) ci servono:
  • Una canna da spinning medio, con potenza 10-30 o 10-40 grammi. QUesta tecnica richiede attrezzatura apposita, con caratteristiche particolari; evitate canne per la pesca generica, puntate su attrezzi di buona qualità (se ne trovano di ottimi da 25 euro). Per il nostro caso va bene una canna lunga circa 2.10 metri. Gli anelli in sic e il carbonio sono due vantaggi, e per questa tecnica li consiglio. Telescopica o in 2-3 pezzi? come al solito vedete voi, una due pezzi ha un’azione migliore, ma anche un ingombro notevole; se avete problemi di trasporto, meglio una telescopica.
  • Un mulinello: questa è la tecnica più dura da questo punto di vista, i continui lanci e recuperi, spesso in ambienti difficili, i recuperi in corrente, gli incagli e le lotte tra gli ostacoli o con la frizione chiusa sono molto impegnativi e un mulinello troppo delicato rischia la rottura degli ingranaggi interni dopo poche uscite. Orientatevi su modelli appositi di marche famose, ultimamente offrono modelli molto buoni a prezzi molto competitivi, già dai 25 euro. Se possibile scegliete un modello con la doppia bobina, così potrete passare a un filo di diametro diverso a seconda delle necessità. Nel nostro caso un modello sulla misura 3000 o 4000, che sia ben bilanciato con la canna (e dopo una giornata di lanci si sente!), è la soluzione migliore.
  • Filo: per iniziare, anche qui meglio un buon nylon. Tra le marche consigliate, Berkley Trilene (se lo trovate prendete il sensithin ultra, è poco conosciuto ma ha il carico di rottura più alto di tutti, altrimenti le altre versioni, meno resistenti ma comunque affidabili), Daiwa Triforce, Triana White Bear, Zebco Topic Perca (ottimo per i principianti, non una tenuta altissima ma molto affidabile), Damyl Spezi Line Pike Spin, Colmic Fendreel, Take Extreme Sea Fishing (è quello che uso adesso, funziona benissimo). Come misura, se avete una sola bobina consiglierei uno 0.25; se ne avete due, su una uno 0.20 o 0.25 e sull’altra uno 0.30 (i due fili possono essere di marche diverse). Una treccia non è alla portata di tutti e non è neppure molto semplice da gestire (è meno resistente all’abrasione, non ha l’elasticità del nylon e richiede tarature della frizione ben eseguite) ma data la sua tenuta quando avete un po’ di esperienza potete farci un pensierino. Sui fluorocarbon, rispetto al nylon normale non hanno moltissimi vantaggi in questa tecnica in cui l’esca è sempre in movimento. Per gli inizi si può evitare. Se dalla vostre parti ci sono molti lucci e pensate che possano attaccarsi spesso, può essere consigliabile il cavetto d’acciaio.
  • Esche: iniziate con poche, ma buone: tre, quattro rotanti e ondulanti e un paio di minnow. Meglio poche, ma buone. Come dimensioni, minnow su 7-9 centimetri, rotanti del 3 e ondulanti fino a 10-12 grammi. Molto utili anche le testine piombate sui sette grammi e i “grub” (i falcetti, tipo quelli da trota); come colori, ottimi bianco, giallo e arancio.
  • Accessori: girelle con moschettone attorno all’8, una scatola per le esche in plastica “worm proof” (in modo che resista alla “gomma”) e forbice a becchi piatti. Come al solito, slamatore, forbice e uno straccio. Il guadino può essere utile ma ha il problema che le ancorette possono impiantarsi nelle maglie. Evitate assolutamente il raffio, è poco efficace e soprattutto è un’infamia. A proposito, qui rinnovo l’invito presente su molte pagine: tutto quello che non mangiate, rilasciatelo. Soprattutto specie ormai rare come il luccio, ma anche carassi e siluri, anche se per questi ultimi sarebbe proibito. Non ha senso uccidere per divertirsi, anzi.

Pesca a Spinning al siluro


Quando un pescatore decide di provare la pesca al siluro a spinning, spesso lo fa con poca convinzione e magari mentre contemporaneamente fa altre pesche, si fanno così due lanci qua e la senza convinzione..... Questo perché si pensa che il siluro sia un predatore apatico e fermo sul fondo tutto il giorno.


La realtà però è molto diversa, infatti, possono sì esserci momenti di totale apatia, ma anche momenti di grande attività, anche in pieno  giorno e anche in assenza dei fattori “classici” che aumentano la predazione, come una cresciuta d'acqua o l'arrivo delle tenebre. La massa d’acqua esplorata a spinning è tanta,  il siluro è capace di staccarsi dal fondo per avere percepito delle vibrazioni (pensiamo alla pesca col clonk), gli artificiali funzionano scatenando l’aggressività sia perché simulano un pesce da predare sia perché “disturbano” il predatore.
Un grave errore è pescare il siluro a spinning con attrezzatura inadeguata. Il siluro è un combattente da non sottovalutare anche nelle taglie modeste. Se lo affrontiamo con attrezzatura sottodimensionata, saremo destinati a perdere un sacco di pesci, magari lasciandoli la nostra esca in bocca insieme a metri di treccia.
La canna è forse l’elemento chiave, deve essere lunga tra 240 e 300 cm , scegliendo le misure  più corte per l'azione da barca ed invece quelle più lunghe per l'azione da riva e deve essere in grado di lanciare almeno un centinaio di grammi.

venerdì 25 maggio 2012

I Migliori Mulinelli...

Trabucco Exceed ........ 


Giornata Di Pesca Organizzata Da F.I.P.S.A.S.

Sabato 23 giugno & Domenica 24 giugno ( 2012 ) F.I.P.S.A.S. ( Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee ) Ha organizzato una giornata di pesca sul grande fiume ( Po ). La giornata comincerà con una notturna presso il Sabbione di Po ( Vicino a Isola Serafini ) con la pesca al siluro, la giornata della domenica proseguirà con una giornata in barca. Non occorre portare con sé il materiale, Servirà tutto F.I.P.S.A.S. vi aspettiamo numerosi. ( Da Consigliare Anche Ai Più Giovani ).

Black Bass


Dove vive il black bass

Il suo habitat preferito è caratterizzato da acque stagnanti o a corso lento, poco profonde e con fondali di fango e torba, ricche di vegetazione e possibilmente con temperatura dell’acqua compresa tra i 7 e i 32 gradi.
Si è diffuso in poco tempo in tutta Italia grazie alla sua resistenza e alla grandissima capacità di adattarsi. Il persico trota, infatti, è un predatore estremamente robusto e dotato di buona tolleranza all’inquinamento ambientale.
Se la specie sa cavarsela così bene, però, è anche grazie al fatto che iblack bass sono dei genitori modello e riservano alla prole molte di quelle attenzioni che gli studiosi definiscono “cure parentali”.
A primavera, solitamente durante i mesi di maggio e giugno a seconda delle condizioni climatiche, quando la temperatura dell’acqua raggiunge approssimativamente i 20°C, il maschio si prepara un nido con del materiale vegetale per permettere alla femmina, quasi sempre riconoscibile per la taglia maggiore, di deporre poche migliaia di uova.
Dopo averle fecondate, il maschio resta a sorvegliare le uova fin dopo la schiusa e oltre, ai primi stadi degli avannotti.
Questo comportamento assicura alla specie un grandissimo successo riproduttivo e, tutto sommato, una bassa mortalità giovanile rispetto ad altri pesci.
I giovani black bass, dai cinque centimetri in su, stanno di solito in mezzo alla vegetazione del sottoriva dove si nutrono di piccoli vertebrati, pesciolini, girini, anfibi, serpentelli d’acqua, crostacei, insetti e larve, mentre gli adulti nuotano in acque più fonde e la loro dieta è costituita principalmente da crostacei d’acqua dolce, pesci, rane, piccoli mammiferi, invertebrati in genere e grossi insetti.

Migrazioni stagionali

Il mutamento delle stagioni portano il black bass a diversi livelli di profondità, cambiando le postazioni di caccia e modificando le abitudini alimentari.
In base alle condizioni climatiche il persico trota può agire in superficie, a mezz’acqua o sul fondale, scendendo in inverno nelle buche più profonde, dove l’acqua è meno fredda che in superficie, per risalire durante il periodo primaverile quando la temperatura inizia ad attestarsi intorno a valori di 13-15 gradi.
Inizia così una lenta ascesa verso le zone più superficiali, fino a raggiungere gli appostamenti del sottoriva che manterrà per tutta l’estate, periodo che, fino all’inizio dell’autunno, coincide con la massima attività biologica del pesce. Poi si ripeterà il ciclo, con la lenta discesa verso le profondità di laghi e fiumi dove il bass rallenterà la propria attività metabolica per prepararsi a trascorrere l’inverno.

Posizioni di caccia

Le posizioni predilette nel periodo di massima attività, cioè dalla primavera all’autunno, sono tutte quelle zone, a maggiore o minore distanza da riva, dove la presenza di vegetazione o altri ostacoli fornisca al pesce buoni nascondigli da cui tendere agguati( pontili e relitti affondati o parzialmente affondati, foglie di ninfee, alberi e ramaglie affioranti o sommersi, legnaie e rocce, canneti e vegetazione acquatica e di riva in genere ed infine costoni rocciosi, specialmente se frastagliati e con cavità).
Inoltre bisogna anche tenere conto del fatto che è un predatore, quindi i posti ricchi di pesce foraggio sono ottimi spot di pesca.

Pesca al siluro in dinamica



E’ arrivata finalmente la bella stagione, quella sicuramente più godibile all’aria aperta, in riva ad un canale o un lago, o meglio ancora in barca sul grande fiume manovrando uno strano artificiale, che si è rivelato micidiale per la pesca del siluro, portando una grande evoluzione nelle  tecniche applicabili in deriva.E’ una tecnica innovativa che sfrutta l’aggressività del predatore, e va ad aggiungere elementi innovativi nella deriva con il clonk tradizionale che si effettua normalmente con il solo pesce vivo come esca. A causa dell'aumento della  pressione di pesca ed  il calo degli esemplari ormai riscontrato in tutto il bacino del fiume Po a causa del bracconaggio, abbiamo assistito nel corso degli anni ad un proporzionale calo dell'efficacia della pesca regina al baffuto predatore, che non risponde più come una volta ai soli stimoli sonori emessi dal clonk.